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Le relazioni di coppia a seguito del Coronavirus
Le coppie si sono trovate a dover affrontare un cambiamento relazionale e comportamentale inaspettato. Gli individui hanno iniziato ad accusare non solo una chiusura relazionale forzata, ma un obbligo a ridefinire le modalità di una quotidianità purtroppo compromessa e costringendosi ad una introversione obbligatoria. Riscoprendo un’intimità personale, di coppia o familiare a tratti piacevole e/o a tratti che ha comportato l’esplicazione di difficoltà latenti nel rapporto, che vanno ora trattati per una continuità della relazione.
Buon ascolto!
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Press
Corriere di romagna
«C’è bisogno di essere rassicurati e sentire qualcuno vicino, che ascolta e che sostiene» I rapporti di coppia ai tempi del coronavirus. «L’uso delle connessioni virtuali è diventato un abuso»
L’emergenza sanitaria genera stress, ansie e frustrazioni che possono incidere drasticamente sulla nostra sfera sessuale, col rischio di schermarla e fungere da miccia per l’esplosione della coppia.
Per sfatare dubbi e falsi miti abbiamo chiesto il parere di una stimata psicologa e psicoterapeuta di Lugo, Giovanna Cioccolanti, esperta di queste problematiche, dalle difficoltà individuali alla gestione dei sentimenti legate alle difficoltà relazionali (terapia di coppia, sostegno e trattamento in caso di separazione e divorzio, sostegno alla genitorialità).
Qual è il rischio del coronavirus nella sfera sessuale?
«Direi un rischio basso: le relazioni stabili in cui i partner hanno già una conoscenza sessuale consolidata avranno portato avanti la loro sessualità. La letteratura suggerisce che nel tempo le coppie subiscono trasformazioni del proprio corpo o affrontano problematiche di vita, senza che ciò modifichi l’incidenza dei rapporti sessuali».
Il dover restare chiusi in casa può aver anche risvolti positivi su coppie e famiglie?
«Sicuramente. Un maggior tempo a disposizione, un dover imparare a calmare le preoccupazioni a favore di sguardi complici, risate e divertimento, prendersi cura di sé per piacere all’altro, sono tutti elementi che costruiscono nella serenità della propria casa un buon clima affettivo e sessuale».
Quali sono le maggiori richieste d’aiuto che vengono avanzate?
«In questo momento sono legate alla paura e al bisogno di sicurezza che è venuto a mancare. Il sistema d’ansia è sempre attivato, si sente angoscia e impotenza. C’è bisogno di essere rassicurati e sentirsi qualcuno vicino, che ascolta e che sostiene. Chimicamente fare l’amore aiuterebbe molto, producendo la benevola ossitocina che contrasta la produzione costante di cortisolo, l’ormone da stress».
Oggi si cerca rifugio e conforto nel mondo online, fatto anche di chat e piattaforme d’ incontri; può esser pericoloso?
«Chiusi in casa e bloccati nella nostra solitudine, l’uso delle connessioni virtuali è diventato un abuso; la paura e l’ansia tendono a placarsi quando parliamo con qualcuno e la situazione ha portato le persone a chattare e videochiamare in modo eccessivo. Questo inibisce completamente certi segnali umani: l’imbarazzo e il senso del pudore, si usa un linguaggio sessuale senza arrossire. C’è il rischio che persone fragili e sole possano legarsi virtualmente, piuttosto che affrontare la vita reale».
Quando tutto tornerà alla normalità, o quasi, potremmo avere patologie legate alla sfera sessuale?
«Cambieranno totalmente determinati nostri approcci e modi di comportarci; con gli altri persisterà una certa diffidenza, a causa dell’impatto emotivo di questa pandemia. Si continuerà a fare l’amore ma con qualche pensiero in più, e tutto ciò potrebbe portare a livello psicologico a voler stringere legami più autentici e profondi, duraturi nel tempo».
Molte coppie hanno figli a casa da scuola e dalle attività sportive, oltre ad esser private del sostegno familiare; è cambiata la loro vita intima?
«Moltissimo, sono le più penalizzate. Le coppie con figli piccoli sono le più giovani, con una fisicità nel pieno della loro sessualità, e si sono trovate ad avere meno spazio per loro. Sono molto a rischio, devono impegnarsi ad avere pazienza, a non farsi sopraffare dalla stanchezza, ed accontentarsi anche solamente di pochi minuti spazi in cui fare l’amore».
Per sfatare dubbi e falsi miti abbiamo chiesto il parere di una stimata psicologa e psicoterapeuta di Lugo, Giovanna Cioccolanti, esperta di queste problematiche, dalle difficoltà individuali alla gestione dei sentimenti legate alle difficoltà relazionali (terapia di coppia, sostegno e trattamento in caso di separazione e divorzio, sostegno alla genitorialità).
Qual è il rischio del coronavirus nella sfera sessuale?
«Direi un rischio basso: le relazioni stabili in cui i partner hanno già una conoscenza sessuale consolidata avranno portato avanti la loro sessualità. La letteratura suggerisce che nel tempo le coppie subiscono trasformazioni del proprio corpo o affrontano problematiche di vita, senza che ciò modifichi l’incidenza dei rapporti sessuali».
Il dover restare chiusi in casa può aver anche risvolti positivi su coppie e famiglie?
«Sicuramente. Un maggior tempo a disposizione, un dover imparare a calmare le preoccupazioni a favore di sguardi complici, risate e divertimento, prendersi cura di sé per piacere all’altro, sono tutti elementi che costruiscono nella serenità della propria casa un buon clima affettivo e sessuale».
Quali sono le maggiori richieste d’aiuto che vengono avanzate?
«In questo momento sono legate alla paura e al bisogno di sicurezza che è venuto a mancare. Il sistema d’ansia è sempre attivato, si sente angoscia e impotenza. C’è bisogno di essere rassicurati e sentirsi qualcuno vicino, che ascolta e che sostiene. Chimicamente fare l’amore aiuterebbe molto, producendo la benevola ossitocina che contrasta la produzione costante di cortisolo, l’ormone da stress».
Oggi si cerca rifugio e conforto nel mondo online, fatto anche di chat e piattaforme d’ incontri; può esser pericoloso?
«Chiusi in casa e bloccati nella nostra solitudine, l’uso delle connessioni virtuali è diventato un abuso; la paura e l’ansia tendono a placarsi quando parliamo con qualcuno e la situazione ha portato le persone a chattare e videochiamare in modo eccessivo. Questo inibisce completamente certi segnali umani: l’imbarazzo e il senso del pudore, si usa un linguaggio sessuale senza arrossire. C’è il rischio che persone fragili e sole possano legarsi virtualmente, piuttosto che affrontare la vita reale».
Quando tutto tornerà alla normalità, o quasi, potremmo avere patologie legate alla sfera sessuale?
«Cambieranno totalmente determinati nostri approcci e modi di comportarci; con gli altri persisterà una certa diffidenza, a causa dell’impatto emotivo di questa pandemia. Si continuerà a fare l’amore ma con qualche pensiero in più, e tutto ciò potrebbe portare a livello psicologico a voler stringere legami più autentici e profondi, duraturi nel tempo».
Molte coppie hanno figli a casa da scuola e dalle attività sportive, oltre ad esser private del sostegno familiare; è cambiata la loro vita intima?
«Moltissimo, sono le più penalizzate. Le coppie con figli piccoli sono le più giovani, con una fisicità nel pieno della loro sessualità, e si sono trovate ad avere meno spazio per loro. Sono molto a rischio, devono impegnarsi ad avere pazienza, a non farsi sopraffare dalla stanchezza, ed accontentarsi anche solamente di pochi minuti spazi in cui fare l’amore».
di
Alessandro Casadei
Alessandro Casadei